martedì 11 agosto 2009

Cecenia, la guerra dimenticata

Non è passato neanche un mese dall'omicidio della gioranalisa Natalia Estemirova, la collaboratrice di una ONG russa Memorial, che da poche ore sono stati tragicamente ''eliminati'' altri due militanti di una organizzazione non governativa. I corpi di Zarema Sadulaieva, responsabile di "Salviamo la generazione", e di suo marito sono stati trovati stamane nel bagagliaio della loro auto alla periferia di Grozny. Il modus operandi dell'esecuzione sembra proprio di tipo mafioso. I due attivisti che si trovavano nella loro sede dell'uffico della loro organizzazione a Grozny sono stati rapiti da sconosciuti armati, alcuni in borghese altri in divisa nera, che si sono qualificati come uomini delle forze di sicurezza. Dopo averli portati via, alcuni di loro erano tornati per prendere il telefonino e l'auto del marito di Sadulaieva. L'auto nella quale sono stati trovati oggi i corpi con i segni di numerosi colpi d'arma da fuoco. Il 15 luglio scorso, Natalia Estemirova era stata eliminata in modo molto simile: sequestrata da sconosciuti a Grozny, era stata trovata morta poche ore dopo nella vicina Inguscezia. Dal 92 ad oggi sono stati uccisi più di 70 giornalisti in Russia, alcuni con nomi altisonanti come per l'appunto la Estemirova e la Politkovskaia. La caduta del muro non ha certo migliorato le maniere dell'esercito russo, che continua a trattare i ceceni come delle cavie, sbeffeggiando qualsiasi diritto umano. Fatta richiesta di indipendenza, il piccolissimo Stato, è stato aggredito dal poderoso esercito russo causando una cruenta guerra, dove gli indipendentisti ceceni combattano fronteggiandoli metro per metro per difendere la loro libertà. Ci sono state migliaia di vittime fino ad oggi, ma la cosa più sconcerntante sono le maniere usate dall'esercito russo per sopprimere la fiera popolazione cecena. Non c'è nessuno rispetto per le vite umane nella guerra, ma quando l'uomo riesce ad arrivare ad uno stato di abbrutimento tale che supera qualsiasi ragione civile, bisogna certamente prendere una posizione per fermare questo scempio. Il mondo civile, resta a guardare, perchè lungi da mettersi in mezzo in una cosi spietato genocidio; i tribunali e i cosidetti sbandieratori di democrazia e diritti umani restano sordi alle richieste delle povere vittime di questa carneficina. Se non esistevano delle persone come la Politkovskaia, che raccontano, anzi scusate raccontavano visto che è stata barbaramente uccisa, che raccontavano questo orrore oggi sarebbe uscito ben poco alla luce. Lei metteva in pericolo ogni giorno la propria vita, per dare voce ad un popolo dimenticato da tutti, e non tralasciando nessun particolare macabro, non risparmiando nessuno capo e vertice dello stato russo. Rischiava di morire giorno per giorno sul fronte, ma il rischio più grosso venive da ''casa sua'' perchè braccata dalle forze di sicurezza russe che volevano a tutti i costi imporle il silenzio. Ma lei, non si è mai tirata indietro, non per maritizzarisi o perchè voleva essere un eroina, ma perchè lei era una giornalista, e riteneva giusto raccontantare, in prima persona sul fronte quel che succede in Cecenia e Russia, denunciando al mondo intero questo genocidio. E' un orrore che dura da 17 anni, e certamente non si può calcolare il numero di vittime, perchè dovete sapere che molte persone spariscono, dissolvendosi nel nulla. Vengono prelevate nel cuore della notte e poi non si hanno più tracce. Come fantasmi i parenti si aggirano per campi nella speranza di una notizia, un frammento di vestito che dia loro speranza e invece neanche una tomba dove poter piangere i proprio cari. Per non parlare delle torture, degli stupri che vengono fatte sulle donne. In una guerra non c'è mai onore, ma questa è sporca, ed è sporca come le nostre coscienze sorde che stanno a guardare.

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