lunedì 10 agosto 2009

Memorie dal sottosuolo

Il panorama indecifrabile del nostro lato ''molto umano'', riuscire ad addentrarsi e analizzare alcuni comportamenti è un compito che presenta delle difficoltà, soprattutto per la soggettiva delle nostre azioni quotidiane, perchè l'essere umano è sotto certi aspetti imperfetto; cosi inspiegabile. Soprattutto sono inspegabili i nostri lati oscuri che spesso ci spevantano, e cerchiamo di decodificarli rispetto ad una società che tutto è tranne che razionale. Questi lati oscuri che ci spaventano e vivono dentro noi come un piccolo essere, che in alcuni momenti fuoriesce con tutta la sua cattiveria, dovuto al fatto che è stato represso da un finto moralismo costruito. Cercare di fare voli pindarici nel nostro essere di automiglioramento è cercare di evolvere verso uno stato di benessere interiore; ma ciò risulta assolutamente ipocrita, perchè è impossibile capire dove ci si debba spingere per ottenere un cosidetto automiglioramento. I canoni che ci hanno inculcato, in cui abbiamo creduto ci hanno fatto sperare in una vita migliore, più appetibile per noi, ma certo non per gli altri. Tutto ciò si pone fuori dai limiti di una coscienza umanitaria, scientifica e teologica. Un libro di riferimento per quanto riguarda questo argomento e per capire meglio noi stessi è '' Memorie del sottosuolo'' di Foeder Dostoevskij; artista che per me ha rivoluzionato sia il modo di scrivere che la visione della psicologia umana. Il libro è diviso in due parti, nel quale la prima parte è un monologo di critica sociale, dove si assiste ad un autolesionismo morale. Infatti vengono messi al banco tutti gli idelai del positivismo del secolo: autolesionismo perchè il bello la perfezione assoluta non potranno mai esser raggiunte in quanto vi è una parte di noi stessi dove regna in gran segreto un desiderio di sofferenza, di sporcizia e di auto-umiliazione, che non può essere spiegato da nessuna teoria e da nessuna scienza applicata in essa. Tanto la scienza quanto neanche la teologia può venire in contro a questo stato delle essere. Il protagonista di questo racconto infatti come esempio lampante di questa irragionevolezza e di questo desiderio di sofferenza è dimostrato dal fatto che egli non sia riuscito a «diventare nemmeno un insetto». Il suo dramma è una profonda interiorizzazione della complessità della realtà. Egli, infatti, si ritiene un uomo eccessivamente riflessivo, troppo impegnato a ricercare la causa prima del suo agire e, quindi, afflitto da una sostanziale accidia, opposto agli uomini cosiddetti d'azione, i quali riescono a imporsi delle mete e a seguirle fino in fondo, grazie al loro disinteresse per le cause profonde del loro agire. La causa dell'irrazionalità e della preferenza dell'uomo per la sofferenza starebbe, secondo l'uomo del sottosuolo, nella sua facoltà più cara: quella di volere, per il quale egli è anche disposto a rinunciare ai suoi vantaggi. Questo va contro le leggi di natura, esemplificate dal prodotto 2 x 2 = 4, al quale il protagonista contrappone il 2 x 2 = 5, una delle possibili conseguenze del trionfo della volontà individuale. Per il protagonista, le uniche conseguenze di queste considerazioni sono l'accidia e l'inattività, da cui deriva il ritiro dalla vita sociale, ovvero il suo rifugiarsi nel sottosuolo che dà il titolo al romanzo. La seconda parte è un racconto in prima persona, in cui l'autore del precedente cupo monologo confessa alcune sordide azioni che ha compiuto nella sua vita, a dimostrazione di come anche una persona "istruita" e "a modo" come lui possa essere in realtà profondamente abietta. Ancora però, vi era in lui la voglia di affermare la propria esistenza e di non soccombere all'ignavia, seppure attraverso azioni indegne. Dare delle risposte, ad una riflessione che ci è posta da questo libro non è certamente semplice, però ognuno di noi dentro se vive dei momenti in cui si hanno delle situazioni che contrappongono il nostro volere alla nostra virtù. E' una battaglia interna che in un conflitto morale non può porre alcun vincitore.

Nessun commento:

Posta un commento