giovedì 29 ottobre 2009

Film:Lebanon

Era molto tempo che non vedevo una pellicola di cosi rara bellezza, bella ed impegnata. Il film è molto curato nella scelta degli attori e delle immagini. Veramente non saprei proprio da dove iniziare per i complimenti. Forse sarebbe più giusto parlare del suo messaggio, il messaggio di quanto faccia schifo la guerra. Non è il solito film di guerra. Qui i normali soldati o i normali cittadini non diventano all'improvviso dei rambo micidiali. Non in questo film. Non in questa realtà. Qui ci troviamo proiettati in una scatola metallica mortale. Le uniche inquadrature con l'esterno sono date dal puntatore del carro. Non ci sono cruenti scontri a fuoco con altri soldati o miliziani, ma soltanto civili orribilmente mutilati e strappati alla loro vita quotidiana. Non c'è gloria nella guerra, strisciando nel fango. La pace, si ottiente solo quando si ha il disgusto per la morte, purtroppo questa è l'amara realtà. Non c'è tempo per riflettere, caricare e puntare, guardare negli occhi il prossimo che dovrai ammazzare e sentirsi più sollevato, uccidere un altro se.
Non ci sono eroi, non ci possono essere atti di eroismo; nel fango ogni fiore muore, con ogni sua dignità.

lunedì 26 ottobre 2009

Film:L'artista

Volevo riportare una nota su questo bel film uscito da poco nelle sale italiane, che racconta la storia di un infermiere che lavora in un istituto geriatrico. Ogni giorno, la meccanica del suo lavoro, nel fare e ripetere quotidianamente le sue azioni hanno reso la sua vita monotona. Ma nell'istituto si accorge improvvisamente che fra i pazienti ve ne è uno molto particolare, un paziente autistico che è dotato di un grande talento pittorico. Il protagonista grazie a questo incontro si avvicina al mondo dell'arte finendo per essere riconosciuto, in modo improvviso e inaspettato, come un artista di culto. Viene rapidamente introdotto nella scena artistica contemporanea e costretto a trattare con curatori, critici, galleristi, collezionisti e ammiratori. Partecipa ad una serie di esposizioni, guadagna molti soldi, viene osannato dal mondo dell'arte. Ma, tanto evolve la sua carriera artistica quanto vengono alla luce i suoi problemi personali e le sue contraddizioni esistenziali. Il film esplora con ironia, leggerezza ma al tempo stesso profondità, il paradosso del mondo dell'arte contemporanea, i suoi personaggi e la difficoltà di definire il concetto stesso di arte. Volevo anche sottolineare, oltre la bellezza della storia, il fatto che esso è girato con molta parsimonia visto che il film presenta una ricercatezza di immagini e di dialoghi molto intensi e a tratti poetici, che hanno permesso di ottenere una pellicola molto interessante in un panorama attuale che presenta ultimamente film scadenti.

Domani vicino

Dimmi cosa è, che consistenza abbia,
anzi, no, non dirmi nulla.
Chiudo gli occhi e fammi toccare, sentire il suo odore;
credi che io ti possa dare una risposta:
non credere di veleggiare in un mar libero
l'orizzonte è uno specchio
e ti spinge dietro, guardati
la tua forza sarà la sua debolezza.
Vieni con me oh dolce morte,
che sempre mi accompagni e mi osservi,
la tua ombra, annega nelle mie paure,
le tue certezze incastonate nella vita.
Un sole sorgerà nel buio, è inevitabile, perchè tutto è diverso
perchè tutto è cosi uguale.
Ora lasciami andare, ho fretta, e non dirmi nulla
tornerò.

domenica 11 ottobre 2009

Non ti voltare

Vola nel cielo, trascinato dalle correnti
è un gabbiano, ma cosa importa.
Vola e non ascoltare le grida,
agitati ci aggrappiamo alle tue zampe.
Fuggi ti prego e porta con te un messaggio
un messaggio di speranza, e non ti voltare mai.
Sordo al dolore, cieco alla povertà.

I nuovi poveri

I nuovi poveri, con dignità o senza. Ormai dilaga questo nuovo fenomeno nelle aree urbane e non d'Italia. Cosa succede? Ma è la ripresa? Il lavoro manca? Nel 2010 saremo da traino, dicono i banchieri, eppure come rispondere a chi oramai vive senza soldi? Sono tornato nella mia città, eppure si vede un'apparenza sulfurea. Puzza questo, facce tristi dilagano affamate. ci può essere dignità nel cercare un tozzo di pane, nel rubarlo? Gli istinti sono una cosa, ma le necessità sono ben altre. Ieri ho visto gente normale chiedere un tozzo di pane, gente con occhi vitrei che non hanno più la possibilità di comprare una busta di pasta. Riflettevo su una frase di un signore che ho sentito'' oggi tutti voglio cantare ma nessuno vuol più suonare nella banda''. La povertà, quella materiale mi fa male al cuore, eppure questa è diretta conseguenza di quella morale? Può essere che il mondo giri sempre in un verso, allora è la triste conseguenza: accettiamo sornioni e rassegnati a remare verso la corrente giusta. Braccia e mente riverse in un unico grande meccanismo, il meccanismo che ci spinge verso un baratro dove non è possibile farvi più ritorno. Siamo quel che vogliamo essere, svolgiate menti che si affano nelle piccole cose e perdendo di vista i grandi obiettivi. Forse ultimamente sono un pò critico, ma questa aria tersa di accidia mi ha contaminato. Guardo lontano, ma non riesco più a capire se sono andato troppo oltre oppure mi trovo solo a pochi millimetri dal mio naso. La povertà spaventa, vorrei aiutare a cambiare questo mondo. Soffro tanto nel vedere gli anziani soli, senza nulla da mangiare, i diversamente abili buttati in mezzo alla strada, i bambini costretti a chiedere l'elemosina o lavorare per un dollaro al giorno. Eppure questo diventa normale, sulle strade; orami indifferenti camminiamo con la testa china, spaesati sono i nostri occhi, vuoti come lo stomaco dei senza tetto purtroppo.

lunedì 5 ottobre 2009

Theodor Dreyer

Un giorno, sembra cosi lontano, guardavo la tv, e fui cosi colpito da un film. Come ipnotizzato. Le immagini che scorrevano in bianco e nero, la sequenza di quegli occhi grandi, cosi espressivi. Scopri il cinema, quella sera, scopri che sulla bobina vi era dipinta una sequenza, immagini che lasciavano senza fiato: Scopri il cinema d'autore, Theodor Dreyer, il cinema espressionista, un cinema che si perse nella notte dei tempi, scandite dalle sue note. Le sue immagini mi rimasero cosi impresse, incredibile. Il suo debutto come regista ebbe un successo limitato. La fama arrivò grazie al film il l'angelo del focolare, nel 1925 , ma il film che lo rese più celebre( quello che vi stavo narrando) è La passione di Giovanna d'Arco, uscito nel 1928. e fu il suo primo grande classico. Dreyer creò in questo modo un capolavoro di emozione che si divide equamente tra realismo e espressionismo.
Il film successivo fu Vampyr - Il vampiro (1932), una meditazione surreale sulla paura. La logica cede il passo alle emozioni e all'atmosfera in questa storia dove un uomo protegge due sorelle da un vampiro. Il film contiene molte immagini indelebili come l'eroe che sogna la propria sepoltura e l'animale assettato di sangue sul volto di una delle sorelle, mentre si trova rapita dall'incantesimo del vampiro. Entrambi i film non ebbero successo ai botteghini e Dreyer non girò altri film fino al 1943. In questa data si ha Dies Irae, un film sull'ipocrisia di chi aveva condannato le streghe. Con questo film Dreyer stabilì lo stile che avrebbe contraddistinto i suoi film sonori: composizioni accurate, cruda fotografia in bianco e nero e riprese molto lunghe.
Nel 1955 girò Ordet, . Sullo sfondo di una società che ha un rapporto controverso con la religione, Dreyer volle esaltare la fede dei semplici. L'ultimo film di Dreyer fu Gertrud (1964). Sebbene sia stato inferiore a quelli precedenti, suona come un testamento artistico dell'autore in quanto egli narra di una donna che, attraverso gli alti e bassi della sua vita, non biasima mai le scelte fatte.
Vi narro la vita di un uomo, che scelse di fare un cinema diverso, un cinema forse per molti indigesto, ma un cinema che ci lasciò un immenso bagaglio, un modello. Era forse un'altra epoca, forse irripetibile.